Da Luci del varietà ad 8 e ½.

Le tappe della difficile consacrazione simbolica di Federico Fellini 

 

Marco Bianciardi

 

 

Questo breve saggio, in gran parte ispirato alle teorie sui campi artistici del sociologo francese Pierre Bourdieu, tratta del cinema di Federico Fellini negli anni Cinquanta. Gli esordi di Fellini ed il suo percorso di consacrazione come autore vengono infatti riletti alla luce del concetto di Storia interna ad un campo artistico applicato alla storia del cinema. Attraverso la ricostruzione dei primi dieci anni di attività cinematografica di Fellini, viene analizzata la parallela formazione di un concetto come quello di “autore cinematografico” nell’ambito della cultura europea ed occidentale, la costituzione tra anni Quaranta e Cinquanta della bipartizione tra cinema “a dominante intellettuale” e cinema “a dominante commerciale” destinata ad influenzare a lungo i modi della percezione e della fruizione dello spettacolo cinematografico, la formazione di un campo specificamente cinematografico con le sue lotte di legittimazione e le sue pratiche di egemonizzazione. Il saggio si propone essenzialmente due obiettivi. Il primo è quello di verificare come, lungi dal costituirsi quali pacifici luoghi di espressione delle manifestazioni dello Spirito e dell’Estetica, i vari campi artistici siano al contrario luoghi di scontro e di lotta per l’egemonia, in cui si intersecano due tipi di storicità, quella che è loro propria e che agisce secondo particolari logiche e conflitti di campo e quella ad essi esterna che può contribuire a determinarne esiti, fisionomie, successi ed insuccessi. Il secondo è quello di sottrarre il concetto di valore artistico di un’opera al regime della genialità insondabile per riconsegnarlo ad un concreto orizzonte relazionale e differenziale, capace di ricostruirne ragioni e genealogia. 


Marco Bianciardi
è docente di ruolo di Materie Letterarie all’ITIS Sarrocchi di Siena. È laureato in Storia e Critica del Cinema con una tesi di Laurea sui film di Federico Fellini negli anni Cinquanta. A lungo si è occupato dei rapporti tra cinema e filosofia e tra cinema e sociologia. Ha tenuto alcuni corsi di Storia del Cinema all’Università per Stranieri, all’Università Popolare e nelle Scuole medie superiori di Siena. Ha collaborato a lungo con Carte di Cinema, rivista ufficiale della FEDIC, al tempo in cui era diretta da Sergio Micheli, docente di Storia e Critica del Cinema all’Università per stranieri di Siena, pubblicandovi alcuni saggi sul cinema italiano degli anni Trenta e degli anni Cinquanta e su Federico Fellini. Su Allegoria, rivista di italianistica diretta da Romano Luperini, ha pubblicato un saggio cinematografico sulla tipologia dell’anti-eroe nei film del neorealismo cinematografico italiano. Ha pubblicato inoltre alcuni saggi su Fellini-Amarcord, rivista ufficiale di studi felliniani della Fondazione Federico Fellini di Rimini.

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