Gli affreschi di San Gennaro extra moenia
un enigma da sciogliere
a cura di Marco Liberato
Jacopo da Trezzo e la costruzione de L'Escorial
Jean Babelon
Traduzione e revisione delle note con aggiunta di nuove immagini
di Eleonora Mauri e Pasquale Villa
ISBN: 9788866471080 (ebook)
ISBN: 9788866471097
Il 23 settembre 1589 a Madrid muore, forse in quella via che porta il suo nome, Jacopo Nizzola e dal suo testamento apprendiamo che si qualifica come “scultore di sua maestà” e subito dopo ricorda: “y natural de la villa de treco qu’es en el estado de Milan”. «Il primo rinascimento, dice Müntz, avrebbe potuto chiamarsi l’epoca dell’oreficeria, tanto come l’ultimo è stato generoso di architetti, pittori e scultori». In questa schiera di orafi Müntz poté annoverare il nostro Jacopo che, percorrendo con perspicacia una strada ben delineata, fa l’orafo e l’intagliatore di pietre. Nominato scultore di Sua Maestà Filippo II; con Herrera stende progetti e costruisce macchine; come Cellini incide medaglie. Si formò a Milano, dove lo troviamo attivo tra il 1532 e il 1553, quando Milano era la capitale europea della glittica. Le botteghe dei Miseroni, dei Saracchi, di Annibale Fontana e Jacopo da Trezzo crearono favolose brocche di diaspro come quella della SchatzKramrner di Monaco o magnifici vasi in cristallo di rocca come quello del Kunsthistorisches Museum di Vienna. Jacopo nel 1551 fornisce a Cosimo de Medici un vaso di cristallo, ma aveva già servito anche i Gonzaga. Quando entra al servizio di Carlo V la sua attività si amplia fino a divenire una specie di consigliere personale di Filippo II; si occupa delle sculture per la famiglia imperiale al Convento degli Scalzi Reali, oltre che di una serie di realizzazioni per il Monastero dell’Escorial: progetti per il tabernacolo; commercio di pietre preziose; invenzioni di strumenti per la lavorazione del diaspro, gestione del laboratorio di intaglio per il quale aveva chiamato dall’Italia numerosi artigiani.
Da queste succinte notizie si può evincere l’interesse per la traduzione e la revisione dell’opera di Jean Babelon: unico studio completo sull’artista trezzese e sulla sua opera: la pubblicazione risalente al 1922 necessitava di aggiornamenti e verifiche non solo dell’apparato delle note ma anche delle tavole illustrate: un lavoro durato diversi anni e... non ancora del tutto concluso.
A visual guide to Manhattan
Daniele Demarco
reportage dal mondo
ISBN: 9788866470564 (ebook)
ISBN: 9788866470571
Cos'è una città se non l'estensione dello spirito dei suoi abitanti e cosa sono i newyorkesi se non gli eredi di tutti i sogni, le speranze e le utopie frustrate del vecchio continente? Arrivare per la prima volta a New York dall’Europa è come compiere un viaggio nel futuro controfattuale delle nostre capitali. Tutto ciò che avrebbe potuto essere di Roma, di Vienna o di Madrid, a partire dagli anni delle grandi rivoluzioni mancate, si è realizzato qui in forme spesso parossistiche, rasentando talvolta l’esagerazione, talaltra, il kitsch. I grattacieli illuminati a giorno nella notte stellata, le strade che si perdono all’orizzonte, le insegne luminose che incrociamo nei nostri percorsi in questa immane metropoli non sono certo icone di classica bellezza, però ci rapiscono e ci trasportano in un esuberante mälström di vita, di emozioni, di storie, di quotidiani abbattimenti di barriere e superamenti di sé. Quello stesso mälström guardando nel quale, un acuto filosofo, come Blaise Pascal, aveva scorto, già in tempi non sospetti, l’immagine insorgente della nostra modernità.
A visual guide to Manhattan è la prima pubblicazione di una serie ed è nata nel corso di un lungo viaggio che partito da Berlino, nel 2008, ha portato l'autore nella Grande Mela passando per Madrid, Lisbona, Tokyo, Pechino, Shanghai, Hanoi, Ho Chi Min City, la foresta della Cambogia e del Borneo Malese, Bangkok e, infine, Londra.
Itinerari turistici di Napoli
1 SpaccaNapoli
Luigi Abetti e Marco Liberato